Il Design Sotto Casa. La Passione nella Creazione.
by Carolina Trupiano
VENEZIA – Il design è un’arte, un’arte che nasce da percorsi inesplorati ma sapienti, intrisi di conoscenza di forme e tecniche, volti alla modernità senza mai sfatare l’antico, da cui prelevano essenza e gusto, per trasformarlo nel nuovo che tutti vogliamo.
Questo il concetto alla base della mentalità di quattro giovani che decidono di puntare sulla loro passione, per porla come fulcro della loro attività – e vita – autonomamente. Con Home Studio (Mestre, VE) apre un concept store di grafica e design che coniuga il lavoro di progettazione architettonica con la comunicazione, l’esposizione di pezzi di design storici e di artisti emergenti, la sala di posa fotografica per shooting ed eventi: un luogo di incontro e scambio tra professionisti e artisti del territorio veneziano, un ambiente che trasmette creatività e forte vitalità, alla portata di tutti, proprio sotto casa.
Il design è un’arte che può ridimensionare grandi spazi e riqualificare un’ambiente; è l’arte dei piccoli oggetti che rendono una stanza indimenticabile o semplicemente personalizzata. É condivisione, vita, quotidianità.
E’ questo lo spirito che porta alla selezione dei pezzi e alla diversificazione dei ruoli all’interno dello studio e che emerge parlando con i quattro giovani, tutti veneziani, tra i 28 e i 30 anni. La scelta degli articoli, che creano l’ambiente moderno del negozio – dall’impronta fortemente minimalista con un occhio alla linearità e all’uso di colori accesi degli anni ‘60 e ‘70 – è attuata da GianGiacomo Borin, architetto con formazione allo IUAV, un’esperienza presso Fabrica di Benetton, designer presso Fondamentanove, con una passione per la grafica optical e il disegno a china, di fatto, lo spirito artistico del gruppo. Il reparto comunicazione visuale e progettazione è curato da Holic, studio di consulenza basato sui concetti di artigianalità e qualità materica, fondato tre anni fa da Nicola Cibin, Giacomo dell’Orco e Viviana Silotto: insieme, le loro idee hanno modo e grinta per prendere forma.
La vernice, lo scorso 10 marzo, ha permesso a questo piccolo endroit di aprirsi al mondo circostante: oggetti unici come la Macchina da Scrivere Valentine di Ettore Sottsass per Olivetti, il Portariviste rosso fuoco di Giotto Stoppino per Kartell (New York), la celebre poltrona Pad Chair di Mario Sabot in pelle nera e vetroresina color arancio si amalgamano perfettamente con il modernissimo dinosauro da tavolo Dino di Reggiani Ceramica (Vicenza), le funzionali Urban Bottle di 24Bottles (Bologna) – veri e propri oggetti portatili, esposti su una sottilissima scaffalatura bianca in sequenza di colori, al punto da sembrare oggetti d’arredo –, le grafiche giapponesi di Salvatore Liberti (Graphic&Illustration), la MB Original, bestseller lunchbox di Monbento, una ‘schiscetta’ francese che unisce l’eleganza della linea con la praticità del pranzo en plein air, le grafiche minimali e colorate della giovanissima Gioia Ghezzo (Venezia).
Il jazz suonato dal vivo, le cui note ripropongono quell’atmosfera di détente francese che accoglie e culla, e ti fa pensare a quante porte si possano aprire, con le giuste idee; le ombre dei musicisti che appaiono dalla tenda, tocco che rende la serata calda e gioiosa; i cicchetti realizzati secondo le ricette del celebre “Bottegon” di Venezia a rimarcare ancora di più il fortissimo legame con il territorio.
A fine serata, GianGiacomo Borin ci racconta quanto creda nel progetto, ci parla delle sue passioni, dei viaggi intrapresi alla ricerca di dettagli innovativi: troviamo le sue grafiche Pulpaganda, giocate sul contrasto bianco e nero, esposte nell’esclusivo Chapel Club, in Fondamenta della Misericordia a Venezia. Borin ha presentato al Salone del Mobile 2017, presso le 5vie Art+Design District, la serie di oggetti di design Asrama Collection, tra cui un candelabro, uno specchio, un portaoggetti di sua invenzione e produzione, di cui stupisce l’essenzialità delle forme del ferro in contrasto con la purezza dei minerali. Presso il Salone dell’aprile a venire esporrà Tondo, un annaffiatoio parte di una serie di oggetti da giardinaggio, progettato da Marco Giada, di cui Gian Giacomo ha seguito la fase post-produttiva. Una passione creativa non comune.
Alla base di tutto, un grande gusto, mirato e preciso, uno spirito giovane e intraprendente, l’attenzione al dettaglio, l’amore per l’arte – nelle sue molteplici forme – la volontà di creare e ricreare.
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