The North. Un invito magico alla scoperta dell’Estonia musicale e di un musicista torontino
by Rudy Foralosso
TORONTO – Tra il 24 e 29 maggio la multietnicità di Toronto ci ha regalato la Settimana della Musica Estone
che ha offerto (grazie all’Estonian Foundation of Canada, vari sponsor e volontari) numerosi concerti in varie locations situate lungo il cosiddetto Bloor Street Culture Corridor.
La mia attenzione, tra le numerose possibilità che quasi quotidianamente Toronto offre, è incespicata su questo evento assai accidentalmente. Avevo notato che il gruppo locale Synthesis di Justin Gray, da me già in altre occasioni apprezzato, avrebbe suonato alla Church Of The Redeemer nell’ambito appunto della Estonian Music Week e questo è l’unica ragione che la sera del 24 maggio mi ha portato all’angolo tra Bloor Street ed Avenue Road.
E, quando si tratta di musica, la magia intrinseca mi regala sempre nuovi scenari.
Nella sontuosità della chiesa ho notato già predisposta una strumentazione inaspettata: pianoforte, contrabbasso, due violini, chitarra elettrica, vibrafono e marimba, clarinetto basso e flauto ma la mia perplessità è stata sgominata dal fascino della musica che da subito il concerto ha saputo evocare. Di scena era il gruppo estone Avarus Ensemble che, guidato da Mingo Rajandi (compositrice e contrabbassista) si avvale di musicisti provenienti dalla classica e dal jazz. Il loro linguaggio musicale influenzato da jazz e da musica accademica contemporanea, da rock progressivo e da parecchie differenti culture musicali, impreziosito dalla lirica vocalità di Kadri Voorand (che mi ricordava Karin Krogg), esprimeva armonie e sonorità tipicamente etnico-nordiche che trovavano perfetta ambientazione tra le arcate e la luce crepuscolare della chiesa, e fuori, sentivo “The North” (canadese o europeo o estone a quel punto, erano tutti piacevolmente identici).
https://www.youtube.com/watch?v=0AsqNQago-I
E’ poi seguita una breve evoluzione musicale dei miei apprezzati Synthesis che, come al solito, mi hanno trasportato in una dimensione altrettanto multietnica.
L’incontro e la conoscenza con questo gruppo avvenne così un paio di anni fa: una sera del maggio 2016, da poco in città, mi recai per puro caso all’EmmetRay a caccia di jazz locale dal vivo. Mi imbattei in una strana formazione: sax (Edwin Sheard), chitarra elettrica ed elettronica (Patrick O’Reilly), batteria e percussioni (Derek Gray). Fui subito impressionato dal talento dei Wire Circus così giovani ma assai preparati nel proporre ed eseguire il loro progressive-contemporary jazz. E ancor più dal batterista.
https://www.youtube.com/watch?v=0OJEceFVgwk
Dopo una settimana, passando per Dundas Square, udii della musica interessante provenire dal palco: le melodie e le sonorità erano tipiche dell’India ma in forma di un jazz particolarmente elaborato. Avvicinandomi, vidi il bassista (Justin Gray, leader del gruppo) impegnato ad un basso elettrico che non avevo mai visto (di sua ideazione, ”Bass Veena”) e riconobbi immediatamente il batterista che avevo potuto apprezzare con i Wire Circus.
https://www.youtube.com/watch?v=qIWnR4OMNfA
Quando poi fu la volta del Toronto Jazz Festival, sempre per caso, m’imbattei nuovamente nei fratelli Gray che suonavano in occasione della consegna del premio che avevano vinto l’anno prima.
https://www.youtube.com/watch?v=J9M_d32CGFE
Da allora ho preso a seguire quanto mi è più possibile i concerti di Derek, conoscendolo anche di persona e godendo della sua musica sempre diversa che propone partecipando a vari gruppi e progetti.
E quella serata non solo mi aveva portato a scoprire un piccolo angolo del mondo musicale estone: dando uno sguardo alla brochure della manifestazione ho sobbalzato nello scoprire che il lunedì successivo, alla Mazzoleni Hall, avrebbe suonato un pianista che conoscevo: Krjstian Randalu, oggi affermato pianista jazz in tutto il mondo (arrivava da una tournée in Giappone); io lo conosco di persona da 10 anni, da quando ancora era alle prime armi.
Che dire? Questa è proprio un’altra bella storia magica che la magia della musica mi ha donato e che ho voluto condividere con chi mi legge.