The dream of a king. The queen of the Southern Italian Enlightenment. San Leucio: the colony of the royal silk factories.
by Sebastiano Bazzichetto

The garden and the monumental fountain
CASERTA – Correva l’anno del Signore 1750 quando re Carlo di Borbone (1716-1788) decise di erigere una regale dimora quale centro ideale del rinnovato regno di Napoli, ormai svincolato dall’egida spagnola. La scelta cadde sul sito dominato dal cinquecentesco palazzo degli Acquaviva. Destinata a rivaleggiare con la bellezza e l’opulenza della altre residenze europee e a diventare a sua volta modello per altri palazzi urbani e non (tra cui Buckingham Palace), il progetto per l’imponente edificio e dei suoi scenografici giardini fu affidato al genio di Luigi Vanvitelli. I lavori iniziarono nel 1753 insieme a quelli per la costruzione dell’Acquedotto Carolino, le cui acque avrebbero alimentato le fontane dei giardini reali.
Ma questo palazzo da fiaba non è la sola meraviglia casertana.

San Leucio Belvedere
A soli quattro chilometri dallo sfarzo della reggia sorge un simbolo dell’intraprendenza illuminista dei Borbone, quello che oggi viene chiamato – e che pochi conoscono – Complesso Monumentale del Belvedere di San Leucio, la prima città-colonia che nacque dal sogno di re Ferdinando IV per dar vita ad una comunità autonoma (ribattezzata Ferdinandopoli) in cui i giovani del luogo, appresa l’arte della tessitura in Francia, potessero poi lavorare nei setifici reali. Fu così che nel 1778 vide la luce il borgo e la comunità nota come Real Colonia di San Leucio, basata su uno statuto che sarebbe nato nel 1789 che stabiliva leggi e regole valide solo per essa. Alle maestranze locali si aggiunsero anche artigiani francesi, genovesi, piemontesi e messinesi che si stabilirono a San Leucio richiamati dai molti benefici di cui godevano i lavoratori delle seterie. Ad essi veniva infatti data una casa all’interno della colonia, per i familiari era prevista la formazione gratuita e, per volere del sovrano, fu inoltre istituita la prima scuola dell’obbligo in Italia femminile e maschile che includeva discipline professionali, in cui la giornata lavorativa veniva decurtata, prevedendo 11 ore rispetto alle 14 del resto d’Europa.

San Leucio, Maria Carolina’s bathroom
Si trattò a tutti gli effetti di uno degli esempi più alti dei principi dell’Illuminismo e rappresentò un modello di giustizia e di equità sociale nuovo per le nazioni del XVIII secolo ispirato ad una forma di socialismo illuminato. Era abolita la proprietà privata, garantita l’assistenza agli anziani e agli infermi ed era esaltato il valore della fratellanza.
Ad oggi si possono visitare ed ammirare il Palazzo del Belvedere, il Complesso Monumentale, il Quartiere Trattoria (per ospitare i visitatori dell’epoca), la filanda (o fabbrica serica), i quartieri operai, le scuderie reali e la chiesa di San Ferdinando re, ricavata dal salone delle feste del Belvedere nel 1776. San Leucio rappresenta la concretizzazione del sogno di un sovrano illuminato il cui successo, per il pregio dei suoi tessuti, andò a soddisfare i gusti esigenti di nobili acquirenti: tende, arazzi e broccati di ottima fattura vestirono e vestono le prestigiose dimore nel mondo, dalle camere della vicina reggia di Caserta alle stanze del Vaticano, del Quirinale e ancora lo Studio Ovale della Casa Bianca nonché le bandiere, comprese quelle che svettano sull’inglese Buckingham Palace.

San Leucio’s fabrics decorating one of the royal rooms in the Reggia di Caserta