by Silvia Di Maggio
BOLOGNA – Non giudicare, mi dicevano.
Verifica il tuo istinto con la mente libera da preconcetti perché anch’esso, talvolta, cede ad errori imperdonabili. Sono infinite le variabili, immense le possibilità. Chiediti sempre da dove nasce un’azione sconsiderata. Ascolta, Silvia, ascolta sempre a lungo, mi dicevano.
Io sono sempre stata ubbidiente, provo un certo sollievo nel seguire i consigli. Gli anni della ribellione, poi, arrivano sempre senza avvertire. Ho alzato la voce, a volte in coro, a volte solista e stonata. Ho smesso di ascoltare, perché c’era chiasso nella mia testa.
Poi passa. Ritorna un silenzio pacificatore. E riprendi a guardare le persone intorno a te con la mente libera da preconcetti. O almeno ci provi. Ti alleni.
Mi sono innamorata follemente di anime timide, di gesti poetici, di quella peculiare ironia malinconica. Innamorata al punto di sentire tutto mio. Al punto di trasformarle in carnefici.
Le ho guardate andare via, quelle anime non più tanto timide, con la rabbia di non aver capito quanto fosse pericoloso non conoscere misura.
Sono passati gli anni ed ho imparato l’arte della fuga. Ho imparato anche cosa significhi dignità. Si impara anche a rimanere chiusi, ad ignorare chi bussa. A chiudere gli occhi nella speranza di diventare invisibili.
Quanto tempo sprecato.
Ho imparato ad amare in silenzio, senza pretendere di essere ricambiata. Ho imparato che la paura e il dolore sono soltanto nella nostra testa.
Ho imparato a contenere le emozioni violente che fanno crollare il mio castello di carte ma faccio ancora fatica a non tremare se qualcuno mi abbraccia.
Gli abbracci non reggono confronti. L’abbraccio è il masterpiece dei gesti. E’ come una coperta quando hai freddo, così intimo, così emozionante. Avvolgente. A volte mi irrigidisco per qualche secondo e poi mi abbandono, chiudendo gli occhi…divorando quel calore e quel senso di “andrà tutto bene”.
Non si deve avere paura di scoprire cosa c’è dietro la serietà di una barba scura, dentro a degli occhi lividi di trucco, al di là di una parola grossa, sotto ad una pelle tatuata di glorie e malefatte o sotto un vestito della taglia sbagliata.
Perché quando ti abbraccio io vedo solo oltre te, e intanto, tengo tra le mie braccia tutto ciò che mi vuoi far vedere e che ti fa sentire al sicuro.
E anch’io mi sento al sicuro.