Museums Tetrapolis
by John Walenta
TORONTO – In Giappone c’è un proverbio molto interessante che recita: “Todai moto kurashi”. In italiano suonerebbe come “vivi all’ombra di un faro”. Il popolo del Sol Levante usa questo modo di dire quando una persona si trova molto vicina ad una cosa affascinante o interessante ma non ne sa riconoscere o apprezzare il valore intrinseco. Si è molto fortunati a vivere in una città ricca di cose da fare e da vedere come Toronto: si può godere di una bellissima galleria d’arte, di un museo di storia e storia naturale e di piccole curiosità accattivanti come il Museo delle Scarpa (Bata Shoe Museum) e la galleria dell’arte della ceramica (Gardiner Museum).
A volte però è utile – e addirittura auspicabile – adottare una prospettiva un po’ più ampia.
Questo è diventato chiaro dopo aver completato uno stimolante corso all’Università di Toronto presso The School of Continuing Studies intitolato “Le Grandi Gallerie d’arte dei Grandi Laghi”. Il corso si è concentrato su quattro musei d’arte nelle città di Detroit, Toledo, Cleveland e Buffalo. A questo punto ci si potrebbe chiedere: “Un attimo solo, hai per caso una mappa per trovare la Toledo di cui parli?”. E ancora, a ragion veduta, vi potreste domandare: “Le altre tre non hanno una quantità di incendi dolosi piuttosto allarmante?”. È vero che molte città dell’America nord-orientale – la cosiddetta “cintura di ruggine” in inglese – hanno subito una fortissima crisi economica alla fine degli anni Sessanta. È una storia che il sottoscritto conosce bene visto che è cresciuto a Buffalo, una città da cui, per la mancanza di lavoro, scappare è quasi inevitabile.
Ciò detto, tutte e quattro le città stanno attraversando oggigiorno una sorta di rinascita, magari limitata e tarda, ma, ad ogni modo, una rinascita. Se si unisse questo rinascimento alla ricca storia di questi luoghi si potrebbe cominciare a vedere le cose in una luce diversa ed un buon punto di partenza per (ri)scoprire una città può essere proprio il suo museo d’arte.
Fondato nel 1885, il Detroit Institute of Art è uno dei più grandi musei d’arte negli Stati Uniti, vantando una collezione permanente senza dubbio stupenda. Il museo ha tra le sue acquisizioni un affresco gigantesco realizzato dal messicano Diego Rivera, visibile nell’ingresso principale dell’edificio. La famiglia Ford (proprio quella della casa automobilistica) fu una famiglia di grandi mecenati del museo e Edsel, figlio di Henry Ford, dovette difendere l’opera di Rivera, portata a compimento al culmine della Grande Depressione, dalle critiche di chi non era d’accordo con la visione politica di estrema sinistra di Rivera. Ford, il capitalista per eccellenza, si ritrovava così a difendere a spada tratta il massimo esponente del socialismo: che bella immagine! Un’altra opera importante della collezione è un autoritratto di Vincent Van Gogh, il primo quadro del pittore olandese ad entrare nella collezione di un museo americano. Il suo valore è stimato pari a cento milioni di dollari.
Per raggiungere Toledo, nello stato dell’Ohio, non si deve far altro che percorrere un breve tragitto lungo l’autostrada I-75.
Qui è invece l’architettura del museo ad attirarci di più. Ovunque si volga lo sguardo, il museo offre bellezze architettoniche affascinanti partendo dalle colonne ioniche al padiglione di vetro. Tutto questo è in piena sintonia con il contesto originario, se si pensa che il museo è stato fondato dal mastro vetraio Edward Drummond Libbey nel 1901. Il museo ospita anche la facoltà d’arte dell’Università di Toledo in un impressionante edificio di vetro e piombo disegnato dall’architetto Frank Gehry. Dopo aver visto le opere di Bronzino, Canaletto, Tissot, Monet e Van Gogh tra i molti, vale anche la pena dare uno sguardo al teatro del museo, ispirato al Teatro Olimpico di Palladio a Vicenza.
Famoso sopratutto per la sua collezione d’arte asiatica ed egizia, in realtà, il museo d’arte di Cleveland vanta più di 43,000 pezzi provenienti da ogni angolo del mondo. Il museo gode di oltre 600 milioni di dollari in fondi che lo rendono uno di più ricchi del paese. Oltre al museo, si deve visitare la vicina Sala Severance, considerata da molti amanti della musica come una delle sale da concerto più belle al mondo. Costruita in stile Art Déco, Severance Hall venne inaugurata nel 1931 come sede dell’Orchestra di Cleveland. L’importanza architettonica dell’edificio è stata riconosciuta dagli enti di di conservazione locali e nazionali, tra cui il Registro Nazionale dei Luoghi d’interesse storico.
Infine, possiamo dirigere i nostri passi verso Buffalo e verso il suo museo, meglio conosciuto come Albright Knox Art Gallery. Fondato nel 1862, è una delle più vecchie gallerie pubbliche dedicate all’arte negli Stati Uniti. Fondamentalmente il museo è conosciuto per la sua collezione di opere moderne. Tutti i benefattori del museo si sono sempre impegnati ad acquistare pezzi d’arte della loro epoca. Molte delle opere in mostra sono acquisizioni lungimiranti di dipinti e sculture di Dali, Degas, Gauguin, Van Gogh, Kahlo e, naturalmente, Warhol tra gli altri.
Le prime opere significative del museo pvengono dalla collezione del magnate industriale A. Conger Goodyear, fondatore del MOMA a New York. Tra le successive donazioni, spicca quella del filantropo Seymour Knox che permise anche un grande ampliamento dell’edificio principale nel 1962.
Per quanto succinta, spero che la panoramica di questi quattro gioielli nascosti possa stuzzicare la vostra curiosità: avventurarsi in luoghi un po’ fuori dalle strade battute potrebbe essere un’esperienza unica, al di là di quella di un turista per caso.