Un corriere in viaggio: a palazzo c’è profumo di museo, e non solo…

Un corriere in viaggio: a palazzo c’è profumo di museo, e non solo…

by Sebastiano Bazzichetto

VENEZIA – Moltissime testate giornalistiche italiane o in lingua italiana del secolo XIX, e non solo, si presentano come ‘corrieri’ (Corriere della Sera, del Mattino, del Mezzogiorno, dello Sport, d’Italia). Ma vi siete mai chiesti da dove provenga il nome “corriere” e a cosa faccia riferimento? Il corriere – (dal latino currere), nella variante poetica di “corriero” che ha poi dato vita all’inglese courier – era in passato il mezzo umano di comunicazione più veloce ed efficace.
Per inviare, ricevere e diffondere editti, bandi, dispacci e proclami dagli imperatori ai principi-vescovi, dai feudatari ai borgomastri non si poteva che fare affidamento a uomini a piedi o a cavallo, spesso armati per difendere la propria vita e l’integrità dei messaggi che recavano con sé. Per concludere quest’estate calda e afosa quale migliore intenzione se non quella di tornare alle mansioni originarie dei corrieri e portare ai nostri lettori notizie di luoghi lontani o poco conosciuti?

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Di Venezia, del suo inestimabile patrimonio artistico e culturale si è parlato più volte su queste pagine ma forse pochi sanno che, benché la città lagunare sia un museo a cielo aperto, si erge tra le sue calli un antico palazzo aristocratico divenuto, da qualche anno, uno dei più interessanti musei del profumo in Italia: palazzo Mocenigo a San Stae. Siamo andati a visitare le avite stanze del piano nobile, tutte riccamente decorate ed ammobiliate, che oggi fanno rivivere al visitatore l’atmosfera di un passato dorato e svelano i segreti dell’arte profumiera.

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Fu Alvise Nicolò, ultimo discendente della blasonata famiglia (ben sette i dogi Mocenigo al timone della Serenissima), che nel 1945 donò il palazzo al comune – con l’archivio e parte degli arredi – affinché divenisse una galleria d’arte a completamento del Museo Correr. Alla morte della moglie Costanza, sul finire degli anni ’70, i Musei Civici ricevettero le stanze del piano nobile con le decorazioni ad affresco e gli arredi, per lo più del XVIII secolo. Solo nel 1985 tuttavia, dopo anni di restauri, l’appartamento Mocenigo venne aperto al pubblico come museo. Proprio nel medesimo anno venne istituito il Centro Studi di Storia del Tessuto e del Costume, ospitando le ampie collezioni tessili provenienti dalle raccolte Correr, Guggenheim, Cini e Grassi.

Ampliato nel 2013, il percorso museale si snoda attraverso venti sale al piano nobile: cinque di queste sono state dedicate al profumo. In magnifico connubio con le suggestive ed uniche esposizioni del museo, strumenti multimediali ed esperienze sensoriali si avvicendano per riscoprire il ruolo di Venezia nella storia del profumo e delle essenze per il corpo. Una delle stanze, solo per fare un esempio, evoca il laboratorio di un profumiere cinquecentesco (all’epoca detto “muschiere”). Esposti ed ampiamente illustrati sono le materie prime ed i procedimenti artigianali, mentre una mappa olfattiva descrive le “vie delle spezie” percorse dai mercanti veneziani. Dulcis in fundo, viene presentata una straordinaria collezione di flaconi in vetro e pietre preziose e boccette porta-profumo della ditta tedesca Drom che comprende oggetti databili dal medioevo ai giorni nostri.

Se “avete buon fiuto” e volete esplorare Venezia “al di là del vostro naso”, non potete non visitare il Museo di Palazzo Mocenigo di San Stae e lasciarvi ammaliare dalle magie olfattive esposte nelle sue stanze.


[Palazzo Mocenigo di San Stae]

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