FRANCA. Brain and Creation

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by Sebastiano Bazzichetto

[English version below]

TORONTO – Un’istruzione che prende avvio al liceo classico “Virgilio” di Mantova e culmina con una laurea in filologia germanica all’Università Cattolica di Milano. Un lavoro che la porta a toccare i temi più disparati e, indubbiamente, scottanti, con tatto, prospettiva critica, ironia e arguzia.

La parabola di una docente di lettere?
No.
Solo l’aurora della carriera di una donna che sarebbe diventata la direttrice di uno dei giornali di moda più famosi al mondo.

Franca Sozzani nasce così, con una cultura che affonda le proprie radici nella terra di Virgilio, tra i versi dell’italico poema epico e si forgia sotto i rigori della disciplina che le teutoniche menti dell’Ottocento avevano perfezionato: la filologia. Un amore un po’ per caso quello per la moda, una carriera che comincia con una testata dedicata ai più piccoli che la Sozzani non molto amava, urlanti ed indisciplinati come solo i bambini sanno essere. Questo e molto altro fa parte della narrazione dal vero di “Franca. Chaos and Creation”, film documentario presentato al 73esimo Festival di Venezia, al Vancouver International Film Festival e nelle sale del Bloor Hot Docs di Toronto. Da pochi giorni si sono spenti i riflettori delle passerelle della moda internazionale e per alcuni mesi non si farà altro che parlare di ciò che indosseremo nelle prossime stagioni (degli anni a venire). Il docu-film su Franca Sozzani, per la regia di suo figlio, Francesco Carrozzini, è un racconto intimo e terso, senza frizzi e lazzi, senza ostentata retorica, senza voler blandire l’occhio dello spettatore o ingraziarselo con la magniloquenza delle immagini tratte dalle riviste patinate.

La pellicola si dipana come una conversazione brillante tra una donna e un giovane uomo, tra una madre e un figlio in maniera schietta, a tratti caustica, sempre sagace, appassionata e appassionante. Ciò che la rende un dialogo intimo – ma mai voyeurista – sono le molte riprese dal basso o di spalle e gli incantevoli primi piani degli occhi blu cristallino della signora della moda italiana, della zarina, come la chiamavano in molti.

Il film ripercorre la carriera intensa della Sozzani, dagli anni ’80 fino al 2016, anno della morte: le origini borghesi, un matrimonio naufragato, un altro uomo senza nome che è il padre del figlio tanto desiderato e cresciuto da sola.

E poi, una carrellata reboante di colori e frammenti di vita, di giornali e copertine per dare voce ad un pensiero lucido ed effervescente contro il razzismo, la discriminazione subita dalle modelle di colore, l’abuso della chirurgia plastica, le distorsioni di un ideale moderno di bellezza che vuole le donne eternamente belle, giovani e magre; la protesta a colpi di voile e chiffon per denunciare i disastri ecologici e dichiarare un amore sincero per la natura.

FRANCA and FRANCESCO

Chi pensa che la moda sia fatta solamente di piume e lustrini impara a conoscere poco per volta, minuto dopo minuto, il modo in cui Franca Sozzani ha saputo e voluto battersi per tante cause ed ha dato voce a chi pareva avere solo un corpo, senza un cervello, sulle pagine e sulle copertine di Vogue Italia.

L’immagine che resta impressa come un sigillo è senza dubbio il sorriso di questa donna incredibile, il sorriso di chi sa cos’è la vita, con le sue ineludibili scelte e i suoi dolorosi dilemmi; una donna che con le labbra sorrideva ma che parlava con gli occhi, con uno sguardo puntuto e penetrante per una quête insaziabile della verità negli altri e nel mondo, la verità che solo un filologo è portato naturalmente a ricercare.

Il docu-film di Francesco Carrozzini doveva essere il dialogo-racconto della carriera della direttrice della bibbia della moda italiana.

Con la scomparsa di Franca Sozzani nel dicembre 2016, rischiava di diventare il tributo ampolloso ad una donna pronta a tutto, pur di rivendicare la dignità del proprio pensiero critico come persona. Grazie ad una misurata dose di reportage di moda, domande e risposte e loquaci silenzi, “Franca. Chaos and Creation” è un umanissimo dialogo tra una madre ed un figlio, un tenero, encomiabile addio di Francesco a Franca.


[www.francathemovie.com]

TORONTO – Her education began at the grammar school Virgilio in Mantua and reached its peak as she graduated in German Philology at the Università Cattolica in Milan. Her formative path guided her to treat the most diverse and caustic subjects with tact, critical perspective, irony and wit.
Is this the parable of a literature professor? Not at all.
Just the dawn of a woman’s career who would go on to become the director of one of the most famous fashion magazines in the world.

Franca Sozzani was born this way, with cultural expertise rooted in the land of Virgil’s own, between the lines of the Italic epic poem and the accuracy of the German discipline that thrived during the nineteenth century, namely philology.
Her passion for fashion bloomed nearly accidentally, when she began working for a children’s periodical, although Sozzani was not particularly fond of them, as clamorous and undisciplined as only children can be.

A few days ago, the spotlights illuminating the runway were extinguished, and for the next months people will not but lecture on what will be worn during the next seasons.
Her impact on the fashion world is immortalized in “Franca. Chaos and Creation”. Presented at the 73rd Film Festival in Venice and at the Vancouver International Film Festival, it is a documentary about Franca Sozzani, directed by her own son, Francesco Carrozzini. It turns out to be an intimate and insightful narrative, with no frills, nor puffed-up rhetoric, that does not aim at flattering and wheedling the viewer with flaunting images of the world of fashion.

The film unfolds as a witty conversation between a woman and a young man, a mother and her son in a neat, sometimes mordant, always clever, passionate and captivating way.

The documentary is a very intimate dialogue, although never voyeuristic, owing to the low-angle shots and back view and the enchanting close-ups of Sozzani’s crystal-like blue eyes, the Italian fashion queen, or the Tzarina, as many christened her. Sozzani’s intense career is revisited, from the ‘80s until 2016, year of her decease. Born into a bourgeois family, she engaged in a doomed marriage, she spent some years with another (nameless) man who was to become the father of a child, a son so much sought-after and raised by herself. Later on, through a collection of colours and life-fragments, papers and covers take life to give voice to a lucid and vibrant mind’s principles against racism, against discrimination towards models of colour, the abuse of plastic surgery, the modern distortion of the ideal beauty that forces women to be eternally young, beautiful and skinny. Sozzani’s battle was led through hits of voile and chiffon so as to denounce ecologic tragedies and to proclaim a profound love for nature.

Slowly but relentlessly, minute after minute, the preconceived notions of fashion being solely about plumes and sequins give way to Franca Sozzasni’s fight for diverse causes- She gave voice to people who seemed to have gotten just a body, not a brain, in the pages and on the covers of Vogue Italia.

The viewer is impressed by the portrait of this incredible lady’s smile, the smile of a person who knows what life is, with its unavoidable choices and heart wrenching dilemmas. A woman who used to smile with her lips but spoke with her eyes, through her piercing gaze, looking for the truth in the others and around the world, the truth that only a philologist naturally seeks.

Francesco Carrozzini’s documentary was meant to be a dialogue-reportage about the career of the directress of the Italian fashion’s bible. Since Franca Sozzani passed away in December 2016, it could have become a pompous tribute to a woman fully equipped to reclaim the dignity of her own critical thinking as a person.
Thanks to a balanced combination of fashion photo shootings, questions and answers and loquacious silences, “Franca. Chaos and Creation” comes to light as a most-human dialogue between a woman and her son, Francesco’s delicate, elegant and commendable farewell to Franca, his mother.

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